“Corona Virus in Italy”: il progetto che racconta la pandemia attraverso mappe interattive e dati (spiegati bene)

L’Italia è stato il primo Paese europeo colpito dall’epidemia di coronavirus. I casi ufficiali sono passati in pochi giorni da un paio a qualche centinaio, mentre gli altri paesi sembravano immuni dal contagio. Fino a quando, l’11 marzo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara la pandemia. Ora, dopo quasi due mesi di lockdown, si riparte: da domani inizia la Fase Due. Ed è il momento di guardarci indietro e fare un primo bilancio. A partire dai dati. Come si è evoluto il contagio? Cos’è successo in questi mesi? Abbiamo raggiunto il picco?

Un interessante progetto italiano di data visualization ci aiuta a ripercorrere la storia del contagio e a capire i numeri con mappe e infografiche interattive. 

Si chiama “Corona Virus in Italy” ed è stato creato da Visualize News, collettivo di computational designer composto da Simone Lippolis, Carlo Zapponi e Francesca Stignani, che si è occupata della parte testuale. 

Un progetto, spiegano, nato dalla necessità di capire meglio i numeri del contagio nel nostro Paese. “Per la prima volta la Protezione Civile ha messo a disposizione i dati in maniera aperta e accessibile a tutti e in formato machine-readable” (cioè pronti per essere letti e utilizzati da un computer). Eppure, osserva Lippolis, “i siti dei giornali italiani, a differenza di testate come il Washington Post o il New York Times, non sono stati in grado di produrre visual stories capaci di dare una panoramica della situazione facilmente comprensibile a tutti”. Da qui è nata l’idea. Hanno costruito un bot, che controlla l’aggiornamento dei dati sul sito della Protezione Civile e aggiorna i grafici su “Corona Virus in Italy” in tempo reale.  

“I primi utenti a cui abbiamo pensato siamo stati noi stessi”, confessa Lippolis. “Il modo in cui i giornali italiani presentano i dati non è molto comprensibile. Quando abbiamo iniziato a lavorare a questo progetto, l’epidemia non era ancora diffusa ufficialmente nel resto d’Europa e negli Stati Uniti. Così abbiamo ideato un sito che alternasse infografiche e brevi testi per spiegare cosa stava succedendo in Italia”. Il sito è nato in inglese “per dare la possibilità agli stranieri, incuriositi dalla situazione, di saperne di più”. Ora stanno lavorando alla versione in italiano, che verrà lanciata fra qualche giorno. 

Il progetto, nato a poche settimane dalle notizie dei primi focolai in Lombardia e Veneto, è in continua evoluzione. “Seguiamo i dati, li analizziamo e poi decidiamo se ci sono spunti interessanti da condividere con nuovi grafici, per mettere in luce aspetti che possano aiutare a capire meglio quello che stiamo vivendo”.

Grafici che ci aiutano a rispondere anche ad alcune domande. “L’Italia ha passato il picco?” Un grafico mostra la curva disegnata dai nuovi casi, giorno per giorno, nelle singole regioni. Un altro mette in evidenza il confronto tra casi confermati e guarigioni e mostra lo sforzo a cui il sistema sanitario è sottoposto. E fa vedere come, dopo il picco registrato alla fine di marzo, i due indicatori – quello, in rosso, dei nuovi casi giornalieri e quello, di colore verde, delle guarigioni – abbiano iniziato a convergere. Fino al recente sorpasso dei guariti sui nuovi malati. “La speranza è quella di vedere entrambe le linee convergere verso lo zero”.

Un’altra mappa, invece, mostra l’Italia delle province con diverse sfumature di colore rosa, di varie intensità, a seconda del numero dei casi. Saltano subito all’occhio le più colpite e sono tutte in Lombardia: Bergamo, Brescia, Lodi, Cremona. Spostando il mouse compaiono i dati delle varie aree metropolitane: quanti casi confermati e quanti ogni 10mila abitanti.

E poi si parla di tamponi. Quanti ne sono stati effettuati? “Da quando è iniziata l’epidemia, si è sviluppata la convinzione che i casi di Covid-19 in Italia siano così tanti rispetto agli altri paesi europei, perché nel nostro paese vengono fatti più tamponi”. E così mettono a confronto i casi di Italia, Germania e Sud Corea, disegnando dei quadrati colorati tanto più grandi quanti più sono i tamponi effettuati in quel Paese.

Guardando, invece, all’Italia, c’è anche un grafico che mette a confronto la rapidità di diffusione del coronavirus nel nostro Paese, diviso per macroaree: Nord, Centro, Sud e isole.

“L’analisi di questi dati è in continua evoluzione, per due ragioni: la prima è che tutti stiamo scoprendo ogni giorno aspetti nuovi della diffusione del virus. La seconda è che i dati vengono raccolti e pubblicati da ogni nazione e da ogni regione in modi diversi”. Questo li ha portati a spostare il focus delle loro analisi dal confronto del caso italiano con il resto del mondo a quello tra le singole regioni o province italiane. 

E poi, “col passare del tempo, abbiamo capito che alcuni dati, come i nuovi casi confermati, erano meno affidabili di altri, come, ad esempio, le morti registrate. Questo ci ha spinto a produrre nuovi grafici, per fornire strumenti di lettura diversificati”. 

Ricorda anche che “il modo di presentare i dati è fondamentale e un designer, in questo senso, deve prendere delle decisioni. Queste, da un lato, sono influenzate dal messaggio che si vuole trasmettere e dal tipo di lettore che ne fruisce, dall’altro è però importante rappresentare i dati con sincerità”. E così, “per generare questo sito abbiamo discusso tanto tra di noi su quali fossero le modalità più corrette e abbiamo cestinato tante idee. Non è stato facile e ogni giorno andiamo ad apportare modifiche per migliorare il progetto”.

Il collettivo di designer aveva già fatto un sito analogo sugli spostamenti dell’ex ministro degli Interni, Matteo Salvini, dal nome “Matteo in tour”. Per saperne di più clicca qui

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