Dpcm, canzoni dal balcone, maratona di film sul divano, gara di torte. Sono gli ingredienti del lockdown. Ma anche di un gioco da tavola che si è ispirato proprio alla quarantena. Si chiama Lockdown board game. A inventarlo è stato Andrea Gentile, 32 anni, che in tempi normali è titolare di un’agenzia di Messina che organizza eventi.
A Ottobre, un Dpcm raccomandava di limitare gli incontri e le feste a massimo sei persone. “Ho capito che con gli eventi sarebbe finita per molto tempo”, racconta Gentile. Era preoccupato per i suoi collaboratori, che da lì a poco sarebbero finiti in cassa integrazione. E così ha preso in mano carta e penna e ha iniziato buttare giù delle idee. Fino a quando “mi si è accesa la lampadina”. Stava nascendo Lockdown board game. Anche con “la volontà di colorare proprio quella parola tanto odiata, per esorcizzarne il significato, per sconfiggerlo e per riprendere la nostra vita, i nostri sorrisi”.
![](https://i0.wp.com/www.orangeisthenewmilano.it/wp-content/uploads/2020/12/image8-rotated.jpeg?resize=640%2C480&ssl=1)
Dal primo schizzo, sono passati solo sette giorni per avere una prima bozza convincente. E, due settimane dopo, “il primo gioco ufficiale era pronto”. Ha dato vita al progetto con i suoi collaboratori dell’agenzia e per realizzarlo hanno utilizzato le macchine da lavoro che solitamente usano per creare bomboniere e altri oggetti.
A testarlo sono stati gli amici, che lo hanno accolto positivamente. E suo padre, “da sempre il mio ago della bilancia”. Quando, alla fine della partita, “ha riso e mi ha detto che poteva funzionare per me è stato l’ok definitivo”. Hanno ricevuto già tanti ordini da tutta Italia. Anche se, aggiunge, “il 60 per cento arriva dal Nord. La città che sembra più interessata è Milano”.
![](https://i0.wp.com/www.orangeisthenewmilano.it/wp-content/uploads/2020/12/image5.jpeg?resize=900%2C600&ssl=1)
Dieci sfide, dieci superpoteri, dieci personaggi, una spia e il master. E così acquisiamo una nuova identità proprio come durante il lockdown, “trasformandoci in cuochi, dottori, politici”. E l’ambientazione è proprio quella di una casa. Nelle stanze, nelle cucine, nei saloni e sui balconi, prendono vita le sfide. “Strategia, cultura, fortuna e divertimento completano la nostra mise en place”, dice.
E oltre alle sfide ci sono i lockdown. Li proclama il master quando arriva il momento di leggere un Dpcm. Si tratta di carte con indicazioni bislacche e casuali sul da farsi. E mentre il master assume il ruolo di Giuseppe Conte, tutti i concorrenti devono stare in silenzio e immobili. Altrimenti si troveranno a dover pagare una multa. E questo allontanerà la vittoria, perché vince chi accumula più Lock-Euro, la moneta del gioco, durante le sfide.
Non si parla mai né di Covid né di drammi o aneddoti legati alla pandemia. “Ho solo messo nel gioco tutto quello che mi piacerebbe condividere con i miei parenti ed i miei amici durante un dopocena. E l’ingrediente segreto: tanta voglia di ridere”.
Un’iniezione di entusiasmo e positività. Ma torniamo indietro nel tempo. All’inizio della pandemia. Gentile come ha vissuto il vero lockdown? “All’inizio di marzo, ero a Milano per via di un’operazione importante a una gamba, vittima di infortunio sul lavoro. L’aria che si respirava non lasciava spazio ad alternative e il rientro a casa, la quarantena, i giorni infiniti tra notiziari e diversivi sono stati una batosta così forte che la gamba immobilizzata era diventato ultimo dei miei problemi”, racconta l’imprenditore. “L’azienda chiusa, lo sconforto dei miei collaboratori e l’impossibilità di programmazione sono stati la mazzata finale. Mi sono rimesso in piedi per sgomberare un negozio in centro città aperto a novembre: i conflitti sull’affitto non hanno lasciato spazio ad alternative”. E così, “senza soldi e con la merce sul furgone, ho deciso di reagire e, insieme a mio fratello, ho convertito le macchine aziendali per fabbricare mascherine. Siamo ripartiti con infinita modestia ma siamo riusciti a mettere il pane a tavola con dignità e senza il supporto delle istituzioni”. Una lezione che la pandemia ha insegnato a tutti: reinventarsi e non arrendersi, insomma.
![](https://i0.wp.com/www.orangeisthenewmilano.it/wp-content/uploads/2020/12/image7.jpeg?resize=900%2C821&ssl=1)