Una giovane donna spaventata dall’apparizione di un gigantesco pipistrello, presunto portatore del coronavirus. La crocerossina che annuncia: “Il mondo cambierà e le sue ferite guarirà”. E poi rose, civette e persino il Duomo. Sono alcune delle opere originali create in questi giorni dai tatuatori di Milano per finanziare la lotta al covid.
Come l’artista Lady Be, anche loro faranno la loro parte, destinando l’intera somma delle vendita di questi disegni al Policlinico di Milano. E così lanciano l’hashtag #tatuatoripermilano: un’asta di 26 ore che partirà domani (1 aprile) alle ore 10 e finirà il giorno seguente alle 12.
Come funziona? Ogni tatuatore che decide di partecipare pubblica su Instagram la foto della sua opera grafica (creata appositamente per questa iniziativa), accompagnata da una nota con tutte le informazioni e l’hashtag #tatuatoripermilano. La base d’asta è 50 euro. I partecipanti potranno poi rilanciare sotto forma di commento al post. Come in tutte le aste, la persona che farà l’offerta più alta si aggiudicherà l’opera.
A quel punto, il vincitore dovrà versare la cifra che ha indicato su Instagram con un bonifico sul conto del Policlinico di Milano.
Poi dovrà mandare la copia dell’avvenuto pagamento all’artista, così da verificarne l’acquisto, e in modo da permettere al gruppo #tatuatoripermilano, una volta concluso il progetto, di conteggiare il totale delle donazioni.
L’opera verrà spedita o consegnata direttamente dal tatuatore, non appena finirà la quarantena.
L’idea è partita da un gruppo di tatuatori bergamaschi che su Instagram ha lanciato l’hashtag, #tatuatoriperbergamo. In due aste, contando sulla partecipazione di 230 artisti, hanno raccolto 40mila euro per gli ospedali. E dal loro esempio sono nate iniziative analoghe in altre città, prima a Brescia e poi nel resto l’Italia. A Milano “è partita dai tatuatori Silvia Brigatti, Luca Perciabosco e Lara Simonetta”. A raccontarcelo è Claudio Pittan, 54 anni, tatuatore milanese pluripremiato e due volte nominato come migliore d’Italia, che ha deciso di aderire all’iniziativa.
“Faccio abitualmente beneficienza senza renderlo noto, penso che in condizioni normali sia più giusto farlo in forma anonima”, spiega Pittan. “Questa iniziativa, invece, è pubblica e mi è piaciuta perché dà modo a molti, giovani e meno giovani, di rendersi utili anche senza muoversi da casa e fa capire che, se vogliamo, tutti possiamo donare un po’ del nostro tempo e del nostro mestiere, qualunque sia, per aiutare chi è meno fortunato di noi”.
L’iniziativa ha riscosso un enorme successo, con la partecipazione di “240 tatuatori, di cui 200 di Milano città”.
E così anche Pittan metterà all’asta una sua opera. Di che cosa si tratta? “Seguendo il mio stile, cioè il tatuaggio giapponese, ho creato l’immagine di una giovane donna spaventata dall’apparizione di un gigantesco pipistrello, presunto portatore del coronavirus”, spiega. “Un disegno che segue lo stile delle stampe giapponesi del 1800”.