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Psico Raffa, il sessuologo che su Instagram racconta il piacere ai tempi del coronavirus

“Il lockdown ci ha dato più occasioni per conoscere il nostro corpo”. Parola di sessuologo. All’anagrafe Raffaele Simone, 30 anni, psicologo clinico e consulente sessuale. “Come in ogni momento di crisi, c’è chi ha sofferto e chi ci ha guadagnato”.

Simone lavora a Milano in uno studio pieno di piante dove aiuta single e coppie a risolvere problemi e disfunzioni legati alla sfera sessuale, ma anche a comprendere alcuni comportamenti e silenziare così “quella voce del giudice interiore che ci dice che il sesso è peccato”.

Da quando è scoppiato il lockdown, la sua attività si è spostata online. Tra un incontro e l’altro continua a curare le piante, che per lui non sono solo un facile estetismo, ma un modo di guardare il mondo. “Ci insegnano che dando loro il giusto spazio e il giusto terreno c’è sempre la possibilità di crescere e di generare nuove possibilità”.

Il suo canale Instagram, aperto un po’ per gioco e un po’ per noia in un periodo in cui c’era poco lavoro, in questi mesi è stato la sua salvezza. Così è nato “Psico Raffa”. La sua missione è parlare di sesso e di psicologia in modo semplice e diretto, senza però rinunciare al rigore della professione. Pratica una psicologia pop, che strizza l’occhio alle curiosità più nascoste e aiuta a rompere qualche tabù. “Instagram abbatte le barriere e consente a chiunque di sentirsi subito accolto e capito”.

Psico Raffa è un tipo schietto e questo, assicura, “piace alla gente”. Così, quando gli chiediamo com’è cambiata la vita sessuale degli italiani chiusi in casa per la quarantena, va dritto al punto. “In nome della sicurezza, le occasioni di incontro si sono ridotte e in alcuni casi azzerate. Questo ha portato all’uso della tecnologia e alla ricerca di modi alternativi per eccitarsi”. Come in ogni aspetto della quotidianità in cattività casalinga, tutto passa ormai dalle videochat. Un esempio? Il sexting, ovvero lo scambio di messaggi e foto hot tra due o più persone attraverso varie app di messaggistica istantanea, è stato uno dei passatempi più popolari in quarantena. “È un modo per provare un piacere più autentico rispetto ai video porno”, spiega l’esperto, che però mette in guardia dai possibili rischi: “In questo caso bisogna stare attenti a tutelarsi evitando, per esempio, di inviare anche le immagini dei nostri volti”.

Poi ci sono le aziende, che in alcuni casi hanno sfruttato il momento particolare cambiando l’offerta. “Pensiamo a Pornhub (la piattaforma di distribuzione di video hard, ndr), che durante il lockdown ha messo a disposizione gratuitamente la versione premium sul sito a tutti gli italiani in isolamento per il mese di marzo al fine di aumentare il distanziamento. O a Durex, che sui social ha invitato la gente a divertirsi da sola, lanciando anche il messaggio che non fa altro che bene. Questi sono segnali che vanno oltre il mercato e sono degli esempi di pubblicità etica, cioè una pubblicità che mette davanti la sicurezza delle persone rinunciando, in alcuni casi, alla prima fonte di guadagno di queste aziende, ovvero il sesso”.

E poi “è aumentato l’uso di sex toys e le video chiamate a sfondo sessuale”. Non solo. Il lockdown, spiega l’esperto, “ha dato la possibilità di conoscere nuovi modi per provare piacere, sentendo di più il nostro corpo”. In alcuni casi però non ha funzionato e il bisogno di un contatto fisico ravvicinato è stato più forte di qualsiasi restrizione. “Pur di avere un rapporto sessuale, c’è stato chi, tra i miei clienti, ha infranto le regole durante il lockdown, mettendo in atto comportamenti pericolosi e aumentando così la possibilità di contagio”.

Molte coppie sono scoppiate mentre altre si sono riscoperte. “Alcune si sono trovate a vivere spazi che non erano abituate a condividere per così tanto tempo. Questo, in alcuni casi, ha permesso alle persone di entrare in contatto più a fondo con i propri sentimenti e magari ha dato loro una seconda possibilità, quella di conoscersi e riscoprirsi sotto diversi aspetti”.

Le app di incontri occasionali, invece, non stanno passando un buon momento. Una su tutte, Tinder, che in borsa, dopo un ottimo inizio del 2020, a marzo ha registrato una flessione, sia come download dell’app che come fatturato. “È interessante notare però l’aspetto a doppia faccia che ha assunto Tinder in questo periodo”, osserva Simone. “Quest’app, che la maggior parte degli utenti utilizza per il sesso occasionale, in questo periodo particolare ha permesso una conoscenza più approfondita della persona dall’altra parte. Nelle notti insonni abbiamo trascorso ore a messaggiare con qualcuno, sperando di incontrarlo o incontrarla. Poi, alla fine del lockdown, abbiamo cancellato l’app e i racconti con chi ci è stato vicino in questi mesi, per riprendere la nostra normalità”. 

E ora, che succede? “La preoccupazione più grande delle persone riguarda la necessità di trovare qualcuno, una compagnia. Penso soprattutto a chi è single e sta passando questo secondo lockdown in solitudine. Magari ora vive più a contatto con una serie di pensieri che prima non aveva. Questo può condurre a fenomeni depressivi e ansiosi. I livelli di stress che ci troviamo a dovere sopportare, anche per la mancanza di attività ricreative, aumentano queste percezioni negative”. Più in generale, in questa seconda ondata, osserva l’esperto, “c’è un aspetto peggiore e più preoccupante: la rabbia. Le persone sono molto più stanche e lo si vede anche in alcune episodi come gli insulti agli infermieri, le manifestazioni di piazza violente, gli atti vandalici. Penso che tutti noi stiamo pagando un dazio per tutelarci dal contagio: mettiamo a rischio la nostra salute mentale”.

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