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Lettere a Litchfield – “Cari nonni, la Dad è un sacrificio che faccio volentieri, per proteggervi”

Lunedì 26 ottobre è il giorno in cui gli adolescenti sono tornati alla didattica a distanza. Dopo sole sei settimane, si è tornati alla scuola del lockdown. In questi giorni gli studenti hanno protestato con flash mob per le strade e le piazze di Milano e qualcuno anche tra i banchi. Nessuno di loro è felice di rinunciare alla scuola in presenza, ma c’è anche chi pensa che sia un atto necessario per proteggere i soggetti più a rischio.

“Sebbene ammetta, con una nota di nostalgia, che sia un sacrificio, credo sia un sacrificio necessario per preservare voi, cari nonni, e chi come voi è un soggetto fragile”.

Elena De Giglio, 18 anni, studentessa dello storico liceo classico Beccaria di Milano, in questa lettera dedicata ai nonni, ci racconta come sta vivendo il ritorno alla didattica a distanza.

Elena De Giglio

“Care nonne e cari nonni, 

vi scrivo dalla scrivania della mia camera in una piovosa giornata autunnale.

Ho chiuso da poco l’ultimo collegamento della mattinata. Oggi, infatti, i corridoi di tutte le scuole superiori della Lombardia sono investite da un innaturale silenzio. I cancelli, un tempo presi d’assalto da una gioventù vivace, vedono l’ingresso quieto e ordinato dei soli insegnanti che si collegheranno da scuola.

Vi confesso che è stato bello rivedere quei volti familiari fino ad ora nascosti dietro le mascherine, cogliere le smorfie peculiari di ognuno, intrufolarsi timidamente nelle loro case; non posso però negare che avverto l’assenza del rapporto diretto con i compagni e con i docenti, la mancanza del legame di appartenenza al gruppo-classe, la perdita del confronto.

Sebbene credo che la didattica a distanza non elimini la bellezza che la scuola può e deve offrire, riconosco però che ne costituisca un limite, pertanto sono convinta che non possa sostituirsi a una relazione educativa in classe, ma che debba essere uno strumento integrativo per un insegnamento più dinamico e trasversale al passo con i tempi. Tuttavia sono consapevole che in questo periodo storico la didattica a distanza sia necessaria, in quanto riesce a garantire continuità al nostro percorso scolastico preservando voi, cari nonni, e noi dal fatidico nemico contro cui stiamo combattendo da quasi un anno.

Ieri, mentre navigavo sul web, mi sono imbattuta in un articolo che racconta l’esperienza personale di Massimo Giannini, direttore de ‘La Stampa’, risultato positivo al Covid. Il giornalista, oltre che offrire una testimonianza diretta, fornisce un’accurata analisi sanitaria, politica e sociale, soffermandosi sulla condizione delle unità di rianimazione degli ospedali. La lettura di questo articolo mi ha fatto riflettere sulla necessità delle misure di prevenzione attuate negli ultimi giorni in relazione all’aumento dei contagi.

Pongo i miei stessi dubbi a voi. Credete che tali norme restrittive comportino una negazione della nostra libertà? Che la didattica a distanza non possa essere un’alternativa valida all’interazione in aula e che quindi sia un diritto negato?

Io credo che fino ad ora ci siamo posti le domande sbagliate. Proviamo a cambiare prospettiva e a chiederci: è giusto limitare la libertà individuale e collettiva con lo scopo di preservare la vita propria e altrui? A tale domanda rispondo sì con convinzione.

Sebbene ammetta, con una nota di nostalgia, che sia un sacrificio, credo sia un sacrificio necessario per preservare voi, cari nonni, e chi come voi è un soggetto fragile. Un sacrificio rivolto in primis ai più grandi, in quanto hanno la competenza e gli strumenti per affrontare le esigenze e gli ostacoli della didattica a distanza.

Ora più che mai dobbiamo stringerci in social catena e opporre resistenza come lo stesso Leopardi ci ha suggerito (forse, cari nonni, avete colto un eco della ginestra leopardiana). E così come la Nottola di Minerva inizia il suo volo solo al crepuscolo quando il sole è già tramontato, questo complesso periodo storico potrà essere compreso solo al termine del suo sviluppo. 

Con affetto,

vostra nipote, Elena” 

Continuate a mandarci le vostre lettere a: orangeisthenewmilano@gmail.com

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