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Poesie al telefono, il “delivery” per gli amanti lontani. L’iniziativa solidale di un gruppo di attori per l’ospedale di Bergamo

Pronto, chi parla? Dall’altra parte del telefono c’è una voce che legge una poesia. “L’infinito” di Giacomo Leopardi, “Felicità” di Trilussa, “I ragazzi che si amano” di Jacques Prévert, tanto per citarne alcune. In attesa che riaprano ristoranti e teatri, la poesia viaggia lungo la linea del telefono. L’idea è di un gruppo di giovani attori del Teatro Stabile di Torino riuniti nell’associazione “Il menu della poesia”, un progetto di audience engagement nato in tempi di emergenza da coronavirus per consegnare a domicilio un’esperienza diretta di poesia. Fare del bene. E non solo all’anima.

L’iniziativa si chiama “Contagi diVersi” ed è nata il 21 marzo in occasione della Giornata mondiale della poesia. In piena pandemia, con il sistema sanitario al collasso, ha permesso di raccogliere oltre 11 mila euro per l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una delle strutture messe più a dura prova dall’emergenza coronavirus, come ha ricordato in questi giorni anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, consegnando al primario di pneumologia, Fabiano Di Marco, la nomina di Cavaliere.

Nato come un esperimento durante il lockdown, per creare ponti e superare le distanze, “Il menu della poesia al telefono” è stato un successo fin dall’inizio. “Nei primi giorni dell’emergenza è stata subito evidente la ricerca, da parte di molti, di rifugiarsi nell’arte come antidoto contro la paura e l’isolamento: abbiamo realizzato quanto il desiderio di tenerci per mano passasse attraverso un canto intonato a una finestra, la condivisione di musica e letteratura sul web, o un applauso collettivo che diventava il battito di un Paese che provava a restare unito attraverso veri e propri atti poetici”. Da qui, raccontano gli attori, è nata l’idea. “Ci siamo domandati quale potesse essere il nostro contributo, come artisti e come cittadini, durante questo momento eccezionale e come avremmo potuto portare avanti la nostra missione culturale. Per non perdere quell’intimità e complicità delle nostre performance, nonostante l’imposizione del distanziamento sociale, ci siamo affidati alla telefonata, tanto intima quanto interattiva: live dunque, ma nel rispetto del decreto”.

Foto © Laila Pozzo

Ma come funziona? C’è un menu, che cambia ogni giorno, con un’ampia scelta di versi da ordinare e regalare a una persona cara che, per via del lockdown o per altri motivi, non è possibile incontrare. La poesia è consegnata attraverso una telefonata o un messaggio vocale, che un attore recita al destinatario subito dopo avergli letto la dedica del mittente. Ogni mattina sul sito ilmenudellapoesia.com c’è un nuovo menu di poesie: chi vuole può consultarlo e ordinare alcuni versi che i maitres consegnano ogni sera, tra le sei e le nove.

In un mese, i 16 artisti dell’associazione coinvolti in questo progetto hanno consegnato quasi duemila poesie al telefono. A chiamare sono quasi sempre donne, tra i 30 e i 60 anni. Ma non mancano anche mittenti uomini. “Siamo diventati dei messaggeri poetici. A differenza di ciò che avviene durante le nostre performance dal vivo, ora le poesie non sono quasi mai ordinate per se stessi, ma vengono recapitate a terzi. Spesso a sorpresa, come un fiore”. E poi, ricordano gli attori, “non manca il ‘bigliettino’ che contiene dediche struggenti, dichiarazioni d’amore o d’amicizia, ma anche di fratellanza”. Perché gli italiani, osservano gli artisti, “sono un popolo appassionato”.

Ce n’è per tutti i gusti. “Cerchiamo di variare il più possibile l’offerta poetica proponendo nel menu diversi testi: da quelli più ricercati ad altri molto pop”. Gli autori più richiesti? Pablo Neruda, Charles Baudelaire, Jacques Prèvert, Eugenio Montale, Giacomo Leopardi e persino Guido Gozzano.

L’obiettivo, spiegano gli artisti, “è quello di intrattenere tramite la recitazione e la poesia, che di solito viene considerata noiosa, difficile e per pochi. Ma, recitandola in modo intimo, diretto e a stretto contatto con le persone, soprattutto in contesti inusuali, cerchiamo di dimostrare quanto la parola possa arrivare velocemente al cuore, emozionare, divertire, ed essere alla portata di tutti”. 

E così, anche adesso che il lockdown è finito, il poetry delivery continua. “Vogliamo raggiungere chi è in casa da solo e, con la nostra voce e la nostra esperienza attoriale, farci tramite di messaggi poetici. Non vogliamo smettere di diffondere arte e bellezza”.

Nelle ultime settimane hanno inaugurato anche la sezione “international kitchen” con poesie in in lingua originale. Una delle prime proposte è il celebre sonetto n.18 di William Shakespeare “Shall I compare thee to a summer’s day?” sulla bellezza e l’immortalità della letteratura.

Il format piace e l’associazione di attrici e attori provenienti da ogni parte d’Italia vorrebbe trasformare questo esperimento in una concreta possibilità di lavoro. Per questo, l’associazione lancia anche un appello: “Stiamo lavorando per rendere sostenibile il progetto nel lungo periodo. Cerchiamo partner e sponsor. Non avremmo mai pensato di potere raggiungere così tante persone, ma c’è molta più fame di cultura di quanto si creda”.

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