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“In questa emergenza le persone con disabilità sono state dimenticate”. Una onlus lancia un format per rompere l’isolamento

Abbiamo parlato della didattica online e della Scuola che si fa a scuola. Ma i professori non sono gli unici che hanno dovuto ingegnarsi per mantenere le relazioni con gli studenti e portare avanti i programmi, tra tutorial, classi capovolte, canzoni ed escamotage. A soffrire l’isolamento e l’impossibilità di imparare dagli educatori, sono anche i tanti ragazzi disabili chiusi nelle loro case per la quarantena. E, per loro, gli educatori della Cooperativa sociale SocioLario onlus hanno inventato un nuovo format “SociOnline”: videoricette, ginnastica, teatro e molto altro. Laboratori online per stare vicini alle trenta persone, tra i 18 e i 65 anni, con disabilità fisiche, cognitive e relazionali, che seguono abitualmente.

“Appena sospese le attività del centro socio-educativo per l’emergenza coronavirus, abbiamo sentito il bisogno di trovare nuovi strumenti per proseguire le nostre attività per i nostri utenti”. Altrimenti, “le persone con disabilità e le loro famiglie corrono il rischio di essere isolate e di vedere interrotti i propri progetti di vita e percorsi educativi”, spiegano Giorgio Allara, presidente della onlus, e Giulia Iseppato, responsabile della comunicazione e della raccolta fondi.

“Fin dall’inizio, abbiamo mantenuto tutti i contatti possibili con ogni tipo di strumento: telefono, chat, videochiamate e social network”. Poi “abbiamo cercato di capire quale potesse essere il modo per dare continuità alle attività che gli utenti svolgevano quotidianamente nel centro”. Così è nata l’aula virtuale, dove propongono vari laboratori. Come “Teatro bello”, dove i sei educatori del centro si alternano facendo esercizi di riscaldamento del corpo, per la voce e di danza. Poi ci sono i tutorial per fare gli origami. O gli esercizi di rilassamento, le videoricette e la ginnastica con gli oggetti che si hanno in casa, come le bottiglie d’acqua. Così tutti possono continuare quanto iniziato di persona al centro, anche con l’aiuto delle famiglie a casa.

L’aula virtuale SociOnline, con i materiali e i vari laboratori da seguire

Ma non è solo questo. SociOnline “è anche uno spazio in cui trovarsi per coltivare le relazioni al di fuori della cerchia famigliare e per tenere alto il morale attraverso la condivisione di foto e video, le chat e le videochiamate con gli educatori e gli altri compagni”.

E così si cerca di fare rete e non lasciare nessuno da solo. “Le persone con disabilità sono uomini e donne con fragilità che quindi corrono maggiori rischi sanitari e sociali. Sono spesso meno consapevoli e attrezzati per difendersi dall’esposizione al virus, ma soprattutto per affrontare le difficoltà della chiusura di tutti i servizi e delle strutture che abitualmente frequentano”. Per loro, “il rischio principale sembra essere quello dell’isolamento e l’interruzione dei loro percorsi educativi e dei progetti di vita”. E, come tutti, “vivono questo momento con un misto di preoccupazione e straniamento e con la voglia di  ritornare al più presto alla normalità.

Ma anche le famiglie sono in difficoltà in questo momento d’emergenza. “Con i servizi per le persone con disabilità chiusi o sospesi, il carico dell’assistenza quotidiana ricade tutto necessariamente su di loro, che vedono le proprie giornate ruotare attorno ai bisogni e alle necessità dei propri cari”. E “percepiamo uno stato di preoccupazione e paura, per la situazione in generale e per le condizioni loro e dei famigliari che frequentano il nostro centro”.

L’obiettivo quindi “è stato quello di attivarci immediatamente per non farli sentire soli. Oggi riconoscono in noi un punto di riferimento a cui chiedere informazioni e consigli”.

Ma le istituzioni si sono mosse per mettere in campo delle forme di sostegno in una situazione così delicata? “In occasione di questa emergenza, le persone con disabilità sono state dimenticate. Le amministrazioni non si sono dimostrate sufficientemente pronte nel gestire l’emergenza e le persone con disabilità e le loro famiglie si sono sentite spesso abbandonate”. E per i servizi come quello del centro di SocioLario “non sono state emanate specifiche norme e indicazioni per la gestione della situazione”.

Niente direttive comuni dunque. “Tutte le realtà del nostro territorio, prive di una guida a livello nazionale o regionale, hanno cercato di reagire con le forze e gli strumenti che avevano a disposizione”.

E per SocioLario, la soluzione è stato SociOnline. Sono molto soddisfatti del risultato: “è uno strumento innovativo e una sperimentazione nel campo dei servizi alle persone con disabilità. Ne stiamo scoprendo tutte le potenzialità e sicuramente sarà uno strumento anche per il domani”.

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