Milano, effetto lockdown: il ritorno del caminetto

“Io resto  a casa” è lo slogan che ci ha accompagnato durante i mesi più difficili della pandemia. Dagli striscioni sui balconi agli hashtag e gli sticker di Instagram con cui accompagnare le stories della nostra nuova vita domestica, fino alle t-shirt, ancora in vendita su Amazon. Un motto che ha iniziato a spopolare dopo che il governo Conte, il 9 marzo, ha esteso le restrizioni della zona rossa a tutta Italia per chiedere alla gente di non uscire.

La casa è diventata così e sempre più il luogo dove prendersi cura di sé e degli ambienti in cui viviamo. Tra le tendenze più curiose, c’è quella del ritorno di un componente d’arredo un po’ vintage come il caminetto.

Anche in città. Nel 2020 le richieste, tra Milano e provincia, sono aumentate del 20 per cento. Abbiamo chiesto a Alessandro Azzoni, fondatore e proprietario di Prometeo stufe (azienda che si occupa di camini e impianti di riscaldamento e che realizza anche progetti di recupero energetico di vecchie cascine) di raccontarci l’origine di questa rinascita e del fascino senza tempo del focolare domestico in Lombardia.

Alessandro Azzoni

Sempre più caminetti e stufe nelle case milanesi. Una novità?

“La richiesta di questo tipo di sistemi di riscaldamento è andata crescendo in modo significativo nel corso degli anni, ma in particolare nel 2020 quando abbiamo avuto un aumento del 20 per cento di richieste”.

Come se lo spiega?

“La pandemia in qualche modo ci ha insegnato ad apprezzare maggiormente la casa e le funzionalità di ogni arredo o sistema domestico, dandoci più consapevolezza delle scelte, anche in ottica ambientale. Stufe e caminetti ad accumulo di calore sono perfetti perché oltre a essere esteticamente belli, donano calore e magia alla casa, oltre a rappresentare una fonte di riscaldamento economica, potente e sostenibile”.

Chi li acquista?

“Se prima si tendeva a scegliere queste soluzioni di riscaldamento per le case di montagna o in campagna, ora c’è un grande ritorno anche a Milano. Non solo. Vediamo anche una maggiore consapevolezza nelle motivazioni di acquisto. Le famiglie  sono state costrette a vivere la casa in modo diverso durante il lockdown e questo le ha rese più sensibili ad altri aspetti come il design, la qualità della vita e la sostenibilità ambientale. Nello scorso anno, avendo dovuto usare la casa per periodi prolungati, molte persone hanno sentito il bisogno di migliorare la qualità della vita anche attraverso la scelta di un riscaldamento più sano e naturale, quello di un vero focolare domestico”.

Quali sono le tipologie di camini e stufe più gettonati?

“Le richieste si indirizzano su caminetti o stufe personalizzati all’ambiente in cui devono essere inseriti e di grande impatto estetico. Senza mai tralasciare gli aspetti di qualità della vita all’interno della casa”.

Per esempio?

“L’estate scorsa sono andato a trovare degli amici in un casolare tra Arezzo e Siena. Mi hanno chiesto di dare un’occhiata ad alcune mattonelle per stufa che gli erano state regalate e che erano depositate nel fienile. Dopo aver cercato un po’ tra i numerosi oggetti accatastati nel tempo, sono tornate alla luce delle bellissime maioliche verde bottiglia: erano antiche mattonelle di rivestimento di una stufa. Le ho caricate in macchina e le ho portate a Milano: dopo un lungo lavoro di restauro conservativo, ci siamo occupati della riproduzione della camera di combustione e dei giri di fumo interni alla stufa. Prima di Natale siamo tornati in Toscana e abbiamo fatto la posa in opera. Così i nostri amici hanno trascorso il Natale avvolti nel caldo dell’antica stufa in maiolica”.

Com’è cambiato il mercato durante la pandemia?

“Dopo i primi due mesi di lockdown, a inizio 2020, il mercato ha subito il cosiddetto ‘rimbalzo’, ovvero un aumento nelle richieste. Molte persone che prima lavoravano in ufficio oggi lavorano da casa: da qui l’esigenza di avere ambienti più confortevoli e caldi per un periodo prolungato nell’arco della giornata”.

Tra i vostri clienti, c’è qualche vip?

“Si, molti. Politici, stilisti, industriali, architetti, attori. Ma per motivi di privacy non possiamo fare nomi”.

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