Dantedì, una maxi Divina Commedia per celebrare il Sommo Poeta

"Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!"

Oggi, 25 marzo, è il Dantedì, il giorno scelto dagli studiosi per ricordare il Sommo Poeta. La data è simbolica: sarebbe quella della partenza per il suo viaggio immaginario attraverso l’inferno, il purgatorio e il paradiso, raccontato nella Divina Commedia. Sono trascorsi 700 anni dalla morte di Dante e sono tantissime le iniziative per celebrarlo. Soprattutto dal mondo della scuola che, nonostante le continue chiusure e il momento difficile che sta vivendo, non si è risparmiata.

Se nel 2020 vi avevamo parlato dei laboratori e dei progetti degli istituti superiori milanesi e leggevamo Dante dal balcone, in pieno lockdown, oggi vi racconteremo l’epilogo di una storia di cui vi avevamo parlato proprio lo scorso marzo.

Il protagonista è l’artista Enrico Mazzone, che ha disegnato la Divina Commedia su un foglio di carta di 97 metri di lunghezza per 4 di larghezza. La più grande mai realizzata. Aveva iniziato nel 2016 e, un anno, fa era alle prese con gli ultimi 30 metri della sua creazione. Mazzone, torinese trapiantato in Finlandia, era alle prese anche con un altro problema: come tornare in Italia, anche per stare più vicino alla famiglia, e portarsi dietro la sua opera – “845 kilogrammi di produzione, tra disegno, utensili e materiale”, spiega l’artista – , ancora da concludere, in piena pandemia.

Enrico Mazzone © Massimo Argnani

“Il Comune di Rauma, in Finlandia, al quale sono eternamente grato anche per la squisita accoglienza, mi ha saputo aiutare, nel trasporto”, racconta. Si è appoggiato a una ditta che ha fornito “un servizio sicuro e preciso”, nonostante il difficile periodo per spostarsi. “Viaggiare, il 20 Aprile 2020, sembrava per tutti un azzardo, pericoloso nel non avere un’assicurazione e non sapendo in quale modo dogane e frontiere avrebbero reagito al carico. Non avendo tuttora una stima o perizia dell’opera, io stesso avrei avuto difficoltà nel quantificare con un documento l’integrità”. Nonostante le preoccupazioni però è andato tutto bene. “Il 29 aprile sopraggiunse il rimorchio con tutto quanto intonso”, dice Mazzone. “Ero euforico nel pensare che una mano dal cielo avesse guidato l’intera manovra. Allo stesso tempo, mi sono accorto, quasi per caso, quanto fortemente sia affezionato alla produzione di tutti questi anni, perché vedo i disegni fatti come testimonianza di un periodo storico alquanto complesso ma particolare”, aggiunge.

Una volta arrivato a Torino, “la parrocchia della Santa Maria di Fatima mi ha ospitato calorosamente per qualche mese, dove poter saziare la mia fame di disegno”. E poi, un giorno, è arrivata la chiamata di Vittorio Sgarbi: “Mi propose di incontrare a Ravenna Beatrice Bassi e Leonardo Spadoni, aprendo la possibilità concreta di poter ultimare l’opera proprio nella patria dei richiami Danteschi”.

Un sogno che si realizza. “Non mi sembrava vero”, dice. Era giugno, “l’incontro fu felice, come sereno è stato il periodo in cui sono stato accolto a braccia aperte dal Mercato Coperto di Ravenna”.

Lì è andato avanti a disegnare, puntino dopo puntino, a matita, sfumando con le dita. “Per sette mesi ho lavorato instancabilmente sugli ultimi metri”. E così, il 10 febbraio 2021, ha terminato la sua opera, ora custodita al Mercato Coperto di Ravenna. L’illustrazione da record, però, non rimarrà lì per sempre: “Si pensa a un piano di spostamenti per il biennio 2021-2022, pandemia permettendo”.

Intanto, ispirato dalla città in cui concluse i suoi giorni il Sommo Poeta” il percorso dantesco di Mazzone è andato avanti. E tra le attività che sta svolgendo, ci sono gli incontri e i laboratori con le scuole. Ad esempio, le classi del Liceo artistico “Nervi-Severini” di Ravenna, guidati da Mazzone, hanno realizzato dei mosaici – come da tradizione artistica della città – ispirati ai disegni della sua opera dantesca.

Ma concluso il Dantedì e i percorsi danteschi aperti, l’artista 39enne ha già degli obiettivi per il futuro. “Ho trovato la mia forza, la mia sintonia e fonte di espressione nelle lande Finlandesi. Nell’arco del 2022, mi sposterò per creare il mio studio e laboratorio in qualche bosco sicuro nell’arcipelago di Turku. La Land art, onestamente, non mi ha mai stimolato molto e non avrei mai pensato che potesse fare capolino nella mia personale evoluzione. Ma ho imparato, poco prima che rientrassi in Italia, ad incidere le pietre”. Creare petroglifi, “mi porterebbe ad una ricerca molto più dettagliata della natura, oltre che a lavorare con l’energia che i luoghi emanano”. E, “per progredire in una figura professionale completa”, pensa a periodici viaggi in Italia, anche “per prestare il mio servizio a scuole o istituzioni culturali o d’istruzione”. Inoltre, ultimata la maxi opera dedicata alla Divina Commedia, lascia intendere che questo percorso non sia terminato: “So che a Vantaa e’ stata brevettata ed è in funzione una macchina in grado di arrivare a fogli da nove metri di altezza”.

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