Lockdown board game: così la quarantena diventa un gioco da tavolo

Dpcm, canzoni dal balcone, maratona di film sul divano, gara di torte. Sono gli ingredienti del lockdown. Ma anche di un gioco da tavola che si è ispirato proprio alla quarantena. Si chiama Lockdown board game. A inventarlo è stato Andrea Gentile, 32 anni, che in tempi normali è titolare di un’agenzia di Messina che organizza eventi.

A Ottobre, un Dpcm raccomandava di limitare gli incontri e le feste a massimo sei persone. “Ho capito che con gli eventi sarebbe finita per molto tempo”, racconta Gentile. Era preoccupato per i suoi collaboratori, che da lì a poco sarebbero finiti in cassa integrazione. E così ha preso in mano carta e penna e ha iniziato buttare giù delle idee. Fino a quando “mi si è accesa la lampadina”. Stava nascendo Lockdown board game. Anche con “la volontà di colorare proprio quella parola tanto odiata, per esorcizzarne il significato, per sconfiggerlo e per riprendere la nostra vita, i nostri sorrisi”.

Andrea Gentile

Dal primo schizzo, sono passati solo sette giorni per avere una prima bozza convincente. E, due settimane dopo, “il primo gioco ufficiale era pronto”. Ha dato vita al progetto con i suoi collaboratori dell’agenzia e per realizzarlo hanno utilizzato le macchine da lavoro che solitamente usano per creare bomboniere e altri oggetti.

A testarlo sono stati gli amici, che lo hanno accolto positivamente. E suo padre, “da sempre il mio ago della bilancia”. Quando, alla fine della partita, “ha riso e mi ha detto che poteva funzionare per me è stato l’ok definitivo”. Hanno ricevuto già tanti ordini da tutta Italia. Anche se, aggiunge, “il 60 per cento arriva dal Nord. La città che sembra più interessata è Milano”.

Dieci sfide, dieci superpoteri, dieci personaggi, una spia e il master. E così acquisiamo una nuova identità proprio come durante il lockdown, “trasformandoci in cuochi, dottori, politici”. E l’ambientazione è proprio quella di una casa. Nelle stanze, nelle cucine, nei saloni e sui balconi, prendono vita le sfide. “Strategia, cultura, fortuna e divertimento completano la nostra mise en place”, dice. 

E oltre alle sfide ci sono i lockdown. Li proclama il master quando arriva il momento di leggere un Dpcm. Si tratta di carte con indicazioni bislacche e casuali sul da farsi. E mentre il master assume il ruolo di Giuseppe Conte, tutti i concorrenti devono stare in silenzio e immobili. Altrimenti si troveranno a dover pagare una multa. E questo allontanerà la vittoria, perché vince chi accumula più Lock-Euro, la moneta del gioco, durante le sfide.

Non si parla mai né di Covid né di drammi o aneddoti legati alla pandemia. “Ho solo messo nel gioco tutto quello che mi piacerebbe condividere con i miei parenti ed i miei amici durante un dopocena. E l’ingrediente segreto: tanta voglia di ridere”.

Un’iniezione di entusiasmo e positività. Ma torniamo indietro nel tempo. All’inizio della pandemia. Gentile come ha vissuto il vero lockdown? “All’inizio di marzo, ero a Milano per via di un’operazione importante a una gamba, vittima di infortunio sul lavoro. L’aria che si respirava non lasciava spazio ad alternative e il rientro a casa, la quarantena, i giorni infiniti tra notiziari e diversivi sono stati una batosta così forte che la gamba immobilizzata era diventato ultimo dei miei problemi”, racconta l’imprenditore. “L’azienda chiusa, lo sconforto dei miei collaboratori e l’impossibilità di programmazione sono stati la mazzata finale. Mi sono rimesso in piedi per sgomberare un negozio in centro città aperto a novembre: i conflitti sull’affitto non hanno lasciato spazio ad alternative”. E così, “senza soldi e con la merce sul furgone, ho deciso di reagire e, insieme a mio fratello, ho convertito le macchine aziendali per fabbricare mascherine. Siamo ripartiti con infinita modestia ma siamo riusciti a mettere il pane a tavola con dignità e senza il supporto delle istituzioni”. Una lezione che la pandemia ha insegnato a tutti: reinventarsi e non arrendersi, insomma.

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